ARTE: LO ‘SGUARDO’ DI VALENTINA CIPULLO NELLE STANZE.

”…..un modo per dare un corpo, un’esistenza oggettiva all’estraneo che è in noi. Tanti ritratti quante sono le facce di questo estraneo.” (Valentina Cipullo)

<<Lo sguardo autoritratto dei suoi soggetti “esce” dal quadro per mostrare la sua essenza, allo spettatore e innescare un gioco di narcisismo e di svelamento, diventando immagine sensibile di un enigma. Le figure di queste presenze mediatiche apparendo su uno “schermo” (la tela del quadro), catturano, domano, l’occhio dello spettatore e lo trascinano all’interno della tela, invocando unareversibilità dello sguardo che si dispiega tra lo sguardo dell’osservatore e quello del ritratto. Così, i ritratti di Valentina Cipullo rendendo visibile l’irrappresentabile, lasciando che si mostri un possibile invisibile. >>

“…quando vedi l’occhio, vedi qualcosa uscirne. Vedi lo sguardo dell’occhio.” (Wittgenstein)

‘(citazioni da: ”Valentina Cipullo. Autoritratti Invisibili” di Alessandro Demma)