SALONE DEL MOBILE 2013. CI SIAMO STATI.

Una rassegna di alcune emozioni estemporanee, vissute al Salone del Mobile di quest’anno, nel tentativo di riprodurne il senso per voi.

La nostra opinione è che il mondo del Design si muove vivendo un conflitto. Da un lato:

“…oggi il disegno del prodotto industriale è diventato progetto separato dall’architettura al servizio del mercato dei consumi…”  (Vittorio Gregotti, da: Corriere della Sera del 28 aprile 2013)

e quindi c’è una tendenza a produrre arredi non necessari, ma ammiccanti alle sensazioni del momento per generare l’acquisto emotivo, e questo accade al Salone di Rho vero e proprio – che è il polso del Mercato del mobile in Italia.

Dall’altro, si può assistere a un genuino e oseremo dire ‘originario’ tentativo di cambiamento, impersonato in alcuni eventi del cosiddetto ‘Fuorisalone’. E’ l’avanguardia del mercato. Ma non ci riferiamo alle feste e festine che rappresentano una occasione per distogliere l’attenzione da un mercato a pezzi (non siamo moralisti, ma ci siamo chiesti cosa ci sia da festeggiare…), ma a quei tentativi fattivi di contaminazione tra vecchi e nuovi linguaggi, alla ricerca di nuove strade del gusto: ci riferiamo, per esempio, alla ricerca in corso di diverse aziende storiche produttrici degli antichi lampadari di cristallo – tipologia un pò stanca – divenire occasioni di incontri shock con designer ispirati.

Ma anche al pezzo, per noi, più bello di questa edizione 2013: la elegantissima sedia disegnata da Michele De Lucchi per DePadova, con quella ‘forcina’ che sostiene lo schienale bracciolo. Ci ha ricordato le forcine che usavano le nostre nonne per alzare il filo della ‘stesa dei panni’ sui terrazzi assolati. Moderna perché antica.

Non ci resta che dire se non il prudente: “Fate attenzione!” quando acquistate.

Affidarsi ai professionisti non è mai cosa sbagliata, ed è sempre più necessario per non comprare oggetti e arredi che durino una sola stagione.

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